Una serata pianistica coinvolgente con un grande artista che guida all’ascolto. Dentro le note, il concerto di Prosseda all'Università La Sapienza di Roma
Roberto Prosseda è un pianista ormai affermato da tempo anche a livello internazionale, amato dal pubblico per le sue interpretazioni, ma anche apprezzato intellettuale che coniuga la sua vocazione di interprete con l’analisi del mondo della musica e con un esplicito interesse divulgativo e pedagogico.
L’idea di Prosseda è che la musica scritta sia solo uno degli elementi da prendere in considerazione e che ogni esecuzione è diversa dalle altre perché dipende dalla sensibilità dell’interprete in quel momento, dal contesto, dal pubblico. Tutto ciò fa sì che la musica ascoltata dal vivo sia una esperienza insostituibile che nessuna riproduzione potrà mai eguagliare. Oggi grazie alle possibilità offerte dalle applicazioni informatiche, in particolare Youtube , possiamo confrontare di un brano le più diverse interpretazioni e verificare quanto sia vero l’assunto di Prosseda.
Una lezione concerto
Nell’ambito del programma dell’Istituzione Universitaria dei Concerti della Sapienza di Roma, è stato realizzato un piccolo ma essenziale progetto in due serate dal titolo Dentro le note in cui Roberto Prosseda guiderà il pubblico all’ascolto di capolavori consolidati seguendo il percorso di analisi ed esegesi che impegna il pianista quando è alle prese con una nuova esecuzione.
La serata della prima parte del ciclo è stata dedicata a due capolavori della musica di Mozart, la Fantasia in do minore K 475 e la Sonata in do minore K 457. Prosseda ha analizzato gli spartiti originali pieni di indicazioni dell’autore che una consolidata tradizione interpretativa ha spesso trascurato e che lui invece ha cercato di seguire. Ne risulta un Mozart meno morbido e galante, più espressivo quasi protoromantico. Le ornamentazioni, spesso suggerite più che scritte, sono ovviamente presenti, ma non a scapito della forza talora drammatica della musica. Per ottenere questo risultato Prosseda ha fatto accordare il pianoforte moderno su cui suona con la stessa accordatura che si usava ai tempi di Mozart.
Le due opere, ascoltate tante volte, hanno rivelato così nuovi aspetti, quasi narrativi, in particolare nella Sonata K 457, che hanno sorpreso il pubblico che si è trovato di fronte ad una specie di racconto con protagonisti che dialogano tra loro guidati da una vera e propria regìa.